Cosa ho visto ad Auschwitz / Alter Fajnzylberg ; a cura di Roger Fajnzylberg e Alban Perrin ; prefazione di Serge Klarsfeld ; traduzione di Giulia Randone e Ch [ ... ]
Einaudi, 2025
Abstract:
I diari inediti di Alter Fajnzylberg rappresentano una testimonianza rarissima e straordinaria della Shoah, una voce che giunge fino a noi dagli abissi di Auschwitz-Birkenau. Sopravvissuto al primo convoglio partito dalla Francia nel marzo 1942, Fajnzylberg fu costretto a far parte del Sonderkommando, il gruppo di prigionieri ebrei obbligati a lavorare nei pressi delle camere a gas e dei forni crematori. Un compito che esponeva a un orrore indicibile e a un destino quasi certo: la cancellazione fisica e della memoria.
Proprio per questo, i suoi scritti sono un lascito prezioso e di rara potenza. Non solo raccontano l’orrore vissuto in prima persona, ma fanno luce su un aspetto ancora poco noto della resistenza interna ai lager: la lotta clandestina dei Sonderkommandos, che, in condizioni estreme, tentarono azioni di sabotaggio e si organizzarono per resistere all’annientamento non solo fisico, ma anche morale.
Il valore di queste pagine non risiede soltanto nella loro unicità documentaria, ma anche nella lucidità con cui l’autore restituisce l’umanità calpestata e la forza silenziosa della solidarietà tra prigionieri. Fajnzylberg fu tra i pochissimi superstiti del Sonderkommando e uno dei pochi testimoni diretti coinvolti nella realizzazione delle celebri fotografie clandestine che mostrano l’interno dei forni crematori, scattate con rischio estremo e divenute simbolo visivo della macchina di sterminio nazista.
Con uno stile diretto e senza sconti, i suoi diari ci obbligano a guardare dentro il cuore dell’orrore e, al tempo stesso, a riconoscere il valore insopprimibile della dignità umana e della memoria. Una voce che ci chiede non solo di ricordare, ma di comprendere.